Didattica, recensione

Baci in barattolo

Dolce, affettuoso, appassionato, tenero, fraterno, ardente, lungo, sfuggente, volante, sulla fronte, sulla bocca, sulla guancia, sulla mano, a stampo, alla francese, primo, ultimo, del buongiorno, della buonanotte… Le varianti del bacio sono tante quante le sfumature dell’amore: infinite. E il protagonista dell’albo illustrato che vi consiglio ha bene a mente questo concetto tanto che ha deciso di farne un investimento.

Felice ha aperto una baceria e vende baci in barattolo. Potete ammirare la sua graziosa bottega tra le pagine de “La baceria di Felice” raccontata e illustrata minuziosamente da Cristiana Soriano per Sassi Editore

Felice possiede un grande assortimento e vanta una buona clientela ma c’è un bacio di cui ancora non dispone e solo alla fine della storia avrà il piacere di collezionarlo. Quale sarà?

L’idea è nata durante il lockdown, periodo in cui sarebbe stato meraviglioso avere i baci dei nostri cari in dispensa tra pacchetti di zucchero e confezioni di farina. Il bacio è un momento di contatto che accorcia inevitabilmente ogni distanza. 

Mi piace vedere in questo contatto anche una sorta di condivisione: un breve schiocco contenente una parte di noi stessi che, per un breve istante, offriamo all’altro senza pretendere nulla in cambio.

Per questo motivo, la mia proposta, dopo la lettura di questo romantico albo illustrato, è questa:

Rappresenta con disegni e parole il tuo bacio in barattolo. 

Come sarebbe il tuo personalissimo schiocco se catturato in un recipiente per essere donato al momento opportuno? Che colore avrebbe? Quale profumo? Ma soprattutto, quale contenuto?

Rappresentate i vostri baci, Felice ha bisogno di riassortimento! O se volete, potete decidere di donarlo a chi desiderate.

Baci, La signorina a pois

Didattica

I nomi parlanti di Roald Dahl

William Shakespeare fece pronunciare alla sua Giulietta queste note parole:

“Che cos’è un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.”

Be’, come dargli torto? Eppure ci sono nomi del mondo della letteratura che ci danno l’impressione di essere insostituibili e intoccabili in nessun fonema. 

Nel campo della letteratura per l’infanzia esistono nomi propri pregni di significato. Si tratta di nomi capaci di andare oltre il semplice significante, nomi capaci di evocare immagini, di tracciare precise rappresentazioni mentali, di prendere forma e vita.

Mi spiego meglio con un esempio: se io pronunciassi il nome “Harry Potter” sono certa che il mio uditore non sentirebbe soltanto una semplice successione di suoni derivata dalla pronuncia dei fonemi ˈhari ˈpɒtə. Sono convinta, invece, che in molte menti, inizierebbe a delinearsi un’immagine abbastanza chiara, un “dipinto” in cui apparirebbero occhiali tondi, una cicatrice a forma di saetta, capelli lunghi e spettinati e una bacchetta contenente una piuma di fenice. In alcuni casi, l’immagine potrebbe andare dalla mente dritta al cuore e suscitare emozioni.

Qualcosa di simile accadrebbe se io dicessi “Mary Poppins”, immediatamente apparirebbe una grossa e stramba borsa e qualcuno potrebbe guardare verso il cielo sentendo il nome Peter Pan

Sono nomi che ormai hanno vita propria, nomi capaci di esistere aldilà dell’autore che li ha inventati e aldilà del romanzo a cui appartengono, nomi che in un certo senso sono “parlanti”.

I cosiddetti “nomi parlanti” però sono altri. Si tratta di nomi  propri (o cognomi) contenenti parole che descrivono in modo immediato e chiaro le caratteristiche del personaggio oppure ne anticipano il destino. 

Un autore dalla cui penna è sbucata una lunga lista di “nomi parlanti” è Roald Dahl. I suoi personaggi hanno nomi che parlano chiaro e la dicono lunga sul loro conto.

La signorina Dolcemiele, la maestra di Matilde, ha un carattere mite, tranquillo e appunto dolce come il miele. Mentre la signorina Spezzaindue (Agata Trunchbull in lingua originale) è come il nome suggerisce: una gigantesca e feroce tiranna.

Ci si sente già coccolati da un morbido abbraccio leggendo il nome della signorina Felpa e al contrario, viene voglia di stare lontani dal viscidume dei signori Dalverme.

Questi finora elencati sono nomi che compaiono in Matilde, romanzo scritto da Roald Dahl nel 1988. Ma quella dei nomi parlanti è una vera abitudine del noto scrittore di libri per ragazzi.I coniugi Sporcelli, ad esempio, protagonisti dell’omonimo Gli Sporcelli, sono poco pratici d’igiene proprio così come vi aspettate e che carattere potrebbe avere un noto individuo chiamato Grande Gigante Gentile? (da Il GGG, Roald Dahl, 1982)

Roald Dahl, Matilde, Salani

Conoscete altri “nomi parlanti”? Da professor Snape a Neville Longbottom, da Pippi Calzelunghe a Crudelia De Mon. Se ci pensate bene libri e film ne sono pieni zeppi, soprattutto quelli prodotti per bambini e ragazzi.

In Italia, Gianni Rodari ci ha regalato un prezioso nome parlante: Giovannino Perdigiorno. Nato tra le pagine del Corriere dei Piccoli tra gli anni ’60 e ’70. Il piccolo Perdigiorno, come suggerisce il cognome, perde le sue giornate in viaggi strambi e interminabili. 

Tempo fa una bambina, leggendo una delle tante avventure di Giovannino, mi raccontò che aveva trovato una compagna di viaggio per Giovannino a cui diede il nome di Lucia Semprevia.

In quel momento mi diede la perfetta dimostrazione che i bambini sono abilissimi nell’inventare “nomi parlanti”. Ne inventano quotidianamente e a volte, si divertono a cambiare i nomi di compagni, compagne e adulti (a tal proposito ne ho sentiti di cattivissimi).

Ho pensato, quindi, ad una proposta che condivido con voi attraverso una piccola scheda che trovate di seguito. Si tratta sostanzialmente di trovare il proprio nome parlante in un’ottica di autoanalisi ma anche di autoironia. 

Io il mio nome parlante l’ho trovato anni fa con l’aiuto di una bambina ed è La signorina a Pois. E il vostro qual è?

Didattica

Una filastrocca per la Giornata dei calzini spaiati

Il 4 febbraio si celebra la Giornata dei calzini spaiati. Si tratta di una ricorrenza che, con simpatia e leggerezza, festeggia la bellezza della diversità di ognuno.

Vi lascio una piccola filastrocca, in formato immagine, per riflettere con i bambini sul significato di questa festa. Potete salvare l’immagine e stampare.

Non dimenticate però di indossare calzini spaiati e di essere ogni giorno voi stessi, unici nella vostra diversità.

Didattica

Abbracciarsi nonostante le spine

La cosa che più mi manca di questo assurdo periodo è l’abbraccio. Essere stretta tra le braccia di un amico caro o di un parente a cui siamo affezionati oppure guadare altre persone che si scambiano questo gesto universale riempie il cuore.

Purtroppo la pandemia ci ha portato via tantissimi abbracci con l’inevitabile conseguenza che tutti ci siamo sentiti, almeno una volta, come Felipe, il protagonista di questo piccolo albo illustrato.

Abbracciami di Simona Ciraolo, Albumini, Emme Edizioni

L’albo si intitola Abbracciami di Simona Ciraolo, della collezione Albumini, edito Emme Edizioni. Il protagonista è un cactus che desidera più di ogni altra cosa un abbraccio ma tutti gli altri membri della sua famiglia rispettano la loro natura da cactus, sono rigidi e fermi al loro posto. Ma nonostante ciò, Felipe col tempo troverà qualcuno affine a sé con cui riuscirà a scambiarsi abbracci ed altri gesti di sincera amicizia.

Come sarebbe bello tornare a scuola e scambiarci un augurio di inizio anno dandoci un abbraccio di gruppo… Il rischio però è quello che ci capiti la stessa cosa che è successa a Felipe: preso dall’entusiasmo ha abbracciato un palloncino, e… Potete immaginare ciò che è successo.

Ma allora dobbiamo arrenderci a non scambiarci abbracci e nessuna forma di affetto? Io dico che se un cactus è riuscito a trovare un modo per abbracciare qualcuno nonostante le sue spine rigide e pungenti, possiamo farlo anche noi nonostante la pandemia di coronavirus.

La mia proposta è quella di leggere ai propri alunni questo bellissimo albo illustrato, mostrando loro ogni deliziosa illustrazione, per poi far partire una discussione guidata di gruppo sull’importanza dell’amicizia e sul significato di un abbraccio.

A queso punto si potrebbe chiedere loro di pensare a nuovi modi per abbracciarci, inventare un nuovo gesto ad esempio o dire delle parole carine che sostituiscano l’abbraccio, mantenendo la distanza e nel rispetto delle regole anti-covid. Si potrebbe far partire un brainstorming su questa richiesta:

Di seguito, si può ragionare con i bambini sulle idee da adottare per tutto il resto dell’anno. Si può riflettere con loro anche su quando ci si può abbracciare (per salutarsi, per congratularsi di un successo, per fare pace…).

Per concludere l’attività si può fare ai bambini un’ ulteriore proposta che prevede di armarsi di carta, matite colorate e fantasia. L’autrice e illustratrice dell’albumino è stata a dir poco abilissima a dare anima ad ogni cactus rappresentato. Con tratti particolari e colori tenui l’illustratrice ha dato ad ogni cactus una personalità ben evidente: c’è il cactus rigido e baffuto che sembra avere una personalità dura e arrabbiata, c’è il cactus nodoso e attorcigliato su se stesso che sembra essere chiuso e timido.

Dall’albo illustrato “Abbracciami” di Simona Ciraolo, Albumini, Emme Edizioni

La proposta è allora quella di chiedere ai bambini di rappresentarsi nelle sembianze di un cactus. Non è semplice, ma possiamo far capir loro che sono liberi di interpretarsi come vogliono, di aggiungere ad esempio un cartellino al cactus con nome, cibo o bevanda preferita, interessi…

Quando tutti avranno terminato, ogni bambino potrà ritagliare il suo cactus e posizionarlo accanto ad un altro in un mega abbraccio di gruppo.

Si può pensare di poter svolgere quest’attività anche in DID, ogni alunno può inviare la foto del proprio cactus alla maestra che si occuperà di realizzare un collage con il cactus di ognuno. Il messaggio legato a questa rappresentazione è questo:

“CI ABBRACCIAMO NONOSTANTE LE SPINE”

“Ci abbracciamo”, quindi, in modo diverso, strano e inusuale, nonostante la pandemia.

Ecco la mia solita sintesi in libro, didattica e fantasia.

Volete aggiungervi a questo abbraccio? Taggatemi con il vostro disegno del cactus nelle Instagram-stories.

La Signorina a pois

Didattica, recensione

“Bosco dove sei?” Un libro illustrato dolce e inclusivo

È l’ultima settimana di dicembre 2020 e molte città italiane sono scomparse. Propio così! Sono ben nascoste da un manto spesso, soffice e bianchissimo. Strade, automobili, cespugli, lampioni, panchine e tetti non sono del tutto percepibili all’occhio umano. Tutto ciò che si può ammirare è un bianco leggero che attutisce i rumori e che rende tutto più magico. È la neve!

Bosco dove sei? Alice Campanini, Storie Cucite, collana Zig Zag, Milano, 2020

Anche il piccolo riccio Filippo, protagonista di Bosco dove sei? di Alice Campanini, edito Storie Cucite della collana Zig Zag, si ritrova circondato di questo bianco un po’ birichino ed è decisamente sorpreso perché il bosco è scomparso. Inizia, allora, a cercare il bosco in ogni angolo ma incontrerà soltanto animali molto indaffarati a prepararsi per il letargo.

Il letargo. “Ma cos’è il letargo?” si chiede il piccolo riccio.

Il libro offre così molti spunti didattici. I bambini possono sentirsi un po’ il piccolo riccio e cercare di capire cosa succede d’inverno, quando la neve ricopre il bosco.

Un piccolo albo illustrato offre così il la per aprire lezioni interessanti, partendo da una semplice lettura, su diversi argomenti:

  • le caratteristiche dell’inverno
  • il significato del letargo
  • gli animali che vanno in letargo
  • il linguaggio metaforico nascosto dietro “il bosco scomparso”

Si tratta di argomenti analizzati generalmente da bambini di prima della scuola primaria. Partire da un libro può essere uno stimolo interessante a cui collegare diverse esperienze che valorizzino tutti gli stili di apprendimento al fine di scoprire l’inverno attraverso un’esperienza completa.

Inoltre questo libro è in realtà un inbook poiché ogni singola parola del testo è espressa attraverso simboli e pittogrammi (della CAA). La lettura viene effettuata indicando ogni simbolo letto, senza modificare il ritmo di lettura.

Le illustrazione invece sono semplici, immediate e rappresentano soltanto ciò che viene raccontato dal testo senza aggiungere ulteriori elementi.

Ecco perché per me questo libro è inclusivo. Perché potrebbe facilitare la lettura, o l’ascolto, da parte di bambini con disabilità intellettiva, o di bambini con autismo o con disabilità uditiva o di bambini con dislessia.

Per informazioni più precise e dettagliate sugli inbook vi invito a visitare il sito http://sovrazonalecaa.org/inbook/

Vi consiglio anche di dare un’occhiata al sito della casa editrice: https://www.storiecucite.it

Inoltre trovate su Instagram la pagina della casa editrice e anche il profilo dell’autrice Alice Campanini.

Vi lascio. Esco a cercare anch’io la mia città. Non la riesco più a trovare. È sommersa da un soffice manto bianco.

La Signorina a Pois

Didattica

Matematica e Halloween

Ecco due parole spaventose che incutono angoscia e timore in molte persone: la prima è Halloween, la spettrale festa che arriva ogni anno il 31 Ottobre, la seconda invece è Matematica una parola che negli anni continua a tormentare alunni e studenti tanto da arrivare a parlare di Matofobia.

E se provassimo a rendere queste spaventose parole più gioiose e divertenti? Ecco allora la mia proposta per Halloween che lega divertimento, matematica, mostri e creatività.

Si tratta di un gioco per smartphone e tablet scaricabile sulla’AppStore: Monster Creator Math di HAVOC. Il gioco permette di creare un mostro assembrando diversi pezzi a disposizione (corpo, braccia, piedi, occhi, bocca, orecchie, corna, cravatta e papillon). Ma attenzione! Per sbloccare ogni pezzo è necessario rispondere ad un quesito matematico. Si può scegliere nella schermata principale se eseguire sottrazioni o addizioni e con quali numeri operare (0-5, 0-10, 0-15, 0-20). Nella schermata principale si può scegliere anche quale tipologia di mostro costruire.

I colori, le forme e le possibili combinazioni sono davvero bizzarre e divertenti.

Credo che questo gioco possa essere utile poiché il bambino trova un fattore motivante (seppure estrinseco) rappresentato dalla conquista del pezzo di mostro, nell’effettuare le operazioni matematiche. Inoltre, può provare sensazioni piacevoli e gioiose associate al momento ludico che però indirettamente vengono collegate anche all’esercizio matematico. Potrebbe, quindi, crearsi una possibile associazione di benessere alla matematica.

Creare momenti gioiosi e di benessere durante la lezione di matematica potrebbe rappresentare una buona medicina alla matofobia.

Inoltre il bambino ha anche modo di manipolare le parti del corpo (seppur di un mostro) da collegare al posto giusto.

Dopo aver giocato con l’app e dopo aver terminato la creazione del proprio mostro il bambino può rendere concreto il mostriciattolo assembrato attraverso un disegno oppure con materiali di recupero.

Ecco quindi alcune parole chiave di sintesi della proposta:

-Addizioni e sottrazioni

-Parti del corpo

-Creatività

-Manualità

-Divertimento

Ah, e ricordiamoci che il bambino fa questa attività per festeggiare Halloween!

Happy Halloween da

La Signorina a Pois

Didattica

Un Rodariano gioco di scrittura creativa

Gianni Rodari la sa lunga su come “sbagliare le storie”. È proprio ne “La Grammatica della fantasia” che suggerisce una serie di operazioni da effettuare sulle storie come cambiarne il finale o provare a immaginare cosa succede dopo il finale o addirittura provare a mischiarle per creare le più improbabili combinazioni.

Ed è così che fiabe e storie offrono infinite possibilità con semplici esercizi di manipolazione.

È proprio quello che succede ad Alice che casca nei libri illustrati e incontra una confusa bella addormentata, il solito affamato lupo e il gatto con gli stivali stranito dalla presenza di un’intrusa.

Ecco un esercizio di manipolazione di storie (in foto) sulla scia delle proposte di Rodari da fare dopo la lettura di “Alice nelle figure”.

Io ci ho provato. Sono cascata in Hansel e Gretel… Che goduria mangiare la casa fatta di dolci ma la strega non era molto contenta della mia presenza.

Volete provarci anche voi?

La Signorina a Pois

Didattica

Gli amici del dieci. Filastrocca

Conoscere “Gli amici del 10” è molto importante poiché rappresenta un momento fondamentale per l’apprendimento del calcolo mentale.

Ci sono tanti modi per far fare esperienza ai bambini con “Gli amici del 10” e si utilizzano di solito una varietà di mediatori: le mani, i regoli, biglie e oggetti, la linea del 20, disegni… Tutti strumenti validi se utilizzati in modo adeguato.

Ho trovato da Flying Tiger un piccolo gioco. Si tratta dello strumento in foto che risulta interessante perché il bambino può ricostruire gli amici del 10 e non può sbagliare poiché si trova di fronte ad un forte controllo dell’errore (l’impronta colorata e la cornice).

Ho inventato una piccola filastrocca per valorizzare anche l’esperienza di chi ha uno stile d’apprendimento prevalentemente verbale. Eccola di seguito:

E voi, cosa utilizzate per far conoscere “Gli amici del 10”?

La Signorina a Pois

Didattica

Musica e frazioni

Chi l’ha detto che la matematica è solo calcoli e problemi? E se fosse anche musica?

Sappiamo che la matematica si trova in tanti aspetti della nostra vita come la natura, l’arte e persino la musica. E lo sa benissimo anche Paperino…

E allora perché non trasmettere questa cosa ai nostri figli/alunni? Si possono organizzare moltissime lezioni interdisciplinari a riguardo.

Ho trovato un disco delle frazioni da Flying Tiger (se ne trovano diversi in commercio) ed ho pensato di associare ad ogni frazione la sua figura musicale (nota o pausa). La frazione rappresenta, ovviamente, la durata della figura. Ad esempio 1/8 è la croma.

Può essere utile presentare prima agli alunni, su un cartellone o alla LIM, le figure musicali e le relative durate; è importante anche che conoscano le frazioni.

Ecco le figura musicali posizionate su settori circolari che potete stampare, ritagliare e se volete plastificare.

Una volta che gli alunni hanno familiarizzato con frazioni e con figure musicali si può consegnare loro lo strumento composto da 2 minime, 4 semiminime, 8 crome e 16 semicrome. Il disco completo rappresenta una semibreve. In questo modo si mettono alla prova in modo autonomo.

Così possono provare a creare tutte le combinazioni possibili per realizzare una battuta di 4/4 e passarla, eventualmente, in pentagramma. Non si può sbagliare perché non si può creare un disco che supera i 4/4 o che è inferiore.

In questo modo, però, “giocano” anche con le frazioni complementari, le frazioni equivalenti ed eseguono somme e differenze tra frazioni.

E allora… Musica Maestro!

Fatemi sapere che ne pensate.

La signorina a pois

Didattica

Il coccodrillo ABC

Ormai Flying Tiger è diventato una risorsa. Ho trovato questo simpatico puzzle di legno a forma di coccodrillo con le lettere dell’alfabeto in stampato minuscolo e ci ho abbinato una piccola filastrocca per introdurlo ai bambini.

A cosa può servire? Un utilizzo utile potrebbe essere quello di immaginare che il coccodrillo mangia le lettere in stampato maiuscolo e le trasforma in lettere in stampato minuscolo. Presentare così un “pezzetto di cooccodrillo” alla volta, o meglio una letterina alla vota, per scoprire in modo simpatico l’alfabeto in stampato minuscolo.

Avete in mente altri possibili utilizzi? Fatemi sapere…

La signorina a pois